Una favola palestinese per un progetto di solidarietà

Ramadan Elniajeli è un piccolo editore di Gaza, a cui già nel 2022 hanno bombardato il laboratorio e il negozio. In qualche modo è riuscito a rimetterli in sesto e ha ripreso a lavorare. Dopo il 7 ottobre 2023 è stato nuovamente bombardato (questa volta anche la sua abitazione). È stato sfollato quattro volte e ora vive sotto una tenda di plastica nei pressi della spiaggia di Gaza.  Ha trovato una vecchia stampante arrugginita, l’ha aggiustata, e adesso, sotto la tenda, ha ripreso a fare il suo lavoro stampando testi per gli studenti e favole per i bambini.

Ebbene le seguenti associazioni:
Assopace Palestina, Collettivo di Ricerca Teatrale, AUSER Il filo arcobaleno, Girogirotondo per la pace, Kellermann Editore, APS Scighera, Progetto Ricerca E Cultura Palestina, Emergenza Gaza hanno deciso di tradurre e pubblicare ‘Andando al mercato‘ una tradizionale favola palestinese che Ramadan stampa per i bambini profughi di Gaza, per aiutarlo in modo che possa fornire libri a quanti più studenti possibile.

Con i proventi ricavati dalla vendita di questo libriccino verrete coinvolti non solo nella solidarietà ma anche nell’empatia  con chi queste semplici storie le legge o le ascolta in un capannone diroccato, sotto una tenda, intorno a un fuoco mentre continuano a cadere le bombe.

A Gaza non ci sono più scuole, non ci sono più università né biblioteche  né librerie.

Quest’anno 625.000 bambini non andranno a scuola per il secondo anno consecutivo, 90.000 studenti universitari non potranno frequentare i corsi di laurea.

Eppure l’istruzione è sempre stata una priorità per i palestinesi, in particolare nella Striscia di Gaza, dove, prima dell’inizio dell’offensiva israeliana, il tasso di alfabetizzazione era vicino al 98 per cento. E anche adesso  in tenda, sotto le bombe, con una connessione  internet scarsa e senza libri né penne né quaderni, i giovani di Gaza ci  provano, perché l’istruzione è da sempre una forma di resistenza attiva.

Dalla fine di maggio l’UNRWA e altre agenzie umanitarie hanno allestito 175 centri di apprendimento temporanei nei rifugi, in cui lavorano circa 1.200 insegnanti volontari.

Tuttavia la maggior parte degli studenti è costretto a seguire le lezioni online.

Il ministero dell’educazione produce una serie di corsi che mette sul web soprattutto per studenti delle superiori o dell’università. Molti insegnanti danno lezioni via internet; altri, che stanno con la famiglia nelle scuole trasformate in campi profughi, danno lezioni in presenza agli studenti del loro campo.

Alcuni  mettono a disposizione le lezioni e il tutoraggio gratuitamente, altri chiedono un compenso  perché nessuno di loro ha più uno stipendio.

Ci sono anche studenti, soprattutto universitari, che studiano in gruppo senza l’aiuto di docenti.

Tutti però hanno bisogno di materiale cartaceo su cui studiare, dagli abbecedari con le lettere dell’alfabeto per le elementari ai testi per l’università.

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