Una serata ‘intensa’ il 7 maggio sera presso il Patronato Borsoi di Serravalle Vittorio Veneto dove è stato proiettato il documentario sul pensiero e la vita di Michel Sabbah Patriarca emerito di Gerusalemme del regista Mohammed Alatar.

Un grido di dolore per la terra martoriata della Palestina e due messaggi di speranza che il regista Mohammed Alatar e il Patriarca del popolo Michel Sabbah hanno rivolto direttamente dalla Palestina a tutti noi per agire per la giustizia, la pace e per la vita.

La proiezione del docu-film e dei successivi interventi sono stati ripresi e trasmessi in diretta sui canali social e Youtube da ‘TendaTv’. Questo il link per vedere il registrato. Il patriarca del popolo.

Don Massimo Bazzichetto

L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con don Massimo Bazzichetto dell’unità pastorale di Serravalle dal ‘Il Circolo Auser Il Filo Arcobaleno‘, ‘Il Collettivo di Ricerca Teatrale‘ e il gruppo ‘Girogirotondo per la pace.’ In collegamento diretto dalla Palestina sono intervenuti il vescovo vicario di Gerusalemme Monsignor Giacinto Marcuzzo e poi lo stesso Patriarca Michel Sabbah e infine una testimonianza del regista del film  Mohammed Alatar.

Presenti alla manifestazione Sua eccellenza il Vescovo della Diocesi di Vittorio Veneto monsignor Corrado Pizziolo, Don Nandino Capovilla di Pax Christi, un grande artefice di azioni per la pace e per la solidarietà, don Giampiero Moret e Nara Ronchetti di Assopace Palestina.

Paola Perin Presidente del Circolo Auser Il Filo Arcobaleno ha introdotto la serata soffermandosi sulla necessità di fare informazione.

Assopace Palestina, rappresentata Nara Ronchetti, è un’organizzazione che da più di 20 anni lavora a fianco del Popolo palestinese, soprattutto nella West Bank, con progetti e iniziative qui in Italia per farne conoscere la profonda cultura. Assopace Palestina porta qui in Italia diversi esponenti della cultura palestinese: scrittori, poeti, artisti figurativi ma soprattutto registi perché il cinema palestinese è vivacissimo, produce dei documentari e dei film di finzione molto apprezzati, alcuni finiscono per essere nominati agli Oscar. Mohammed Alatar, il regista del film, è uno tra i più conosciuti.

Intervento in diretta del regista Mohammed Alatar

‘Buonasera cari amici
grazie per darmi l’opportunità di parlare con voi. Sono a Ramallah nel centro della Cisgiordania. Potrei dirvi molte cose sulla Palestina ma quello che soprattutto ho nella mente, cioè la parola che mi viene alla mente in questi giorni è: speranza.
Qui in Palestina abbiamo bisogno di tante cose, ma quello di cui più abbiamo bisogno in questo momento è la speranza: c’è così poca speranza in Terra Santa, non c’è alcuna speranza che questo incubo possa un giorno finire, nessuna speranza che un giorno avremo giustizia e che potremo avere la pace. Non c’è speranza di un domani migliore, non c’è nemmeno speranza di un domani perché molti si addormentano la sera e non si svegliano la mattina. Muoiono sotto le bombe.
Il vostro incontro a tanti chilometri di distanza però mi dà una speranza. Speranza che un giorno troveremo la pace, troveremo una via d’uscita da questo disastro. Mi dispiace purtroppo non ho nessuna buona notizia da darvi. Gaza vive un inferno, non importa come lo chiamate genocidio, pulizia etnica, massacro, la verità è che in nessun’altra guerra, dell’era contemporanea, i bambini sono stati un bersaglio come lo sono in questa guerra, che le vittime di questa guerra sono soprattutto donne e bambini: è un dato inconfutabile.
Questa non è una guerra contro Hamas. Questa è una guerra contro i palestinesi, contro il popolo palestinese, perché in Cisgiordania noi stiamo vivendo lo stesso incubo a più bassa intensità, non è lo stesso incubo e a volte però è anche più forte.
Nella West Bank noi abbiamo a che fare con i coloni che ogni giorno ci dicono che dobbiamo andarcene e questo è il piano: cacciare i Gazawi chissà dove.
Usa, Canada e perfino l’Italia stanno promuovendo nello sfollamento altrove e i palestinesi della West Bank verranno cacciati in Giordania. Questo è il piano a cui stanno lavorando allegramente.
Noi resistiamo come possiamo, siamo stanchi, esausti. A volte siamo amareggiati ma quando vediamo gente come voi in Italia, in Sudafrica, in Irlanda, in Colombia, in Brasile ci scalda il cuore sapere che c’è ancora chi crede in noi e crede nella giustizia.
Che Dio vi benedica, Dio benedica l’Italia e porti la pace nella Terra Santa.
Salam
La pace sia con voi”

Messaggio di pace di Michel Sabbah

Monsignor Giacinto Marcuzzo
Patriarca Michel Sabbah

Fratelli e sorelle buonasera,

Grazie per la vostra solidarietà e per la vostra preghiera per la pace e la giustizia in questa nostra Terra Santa, la vostra solidarietà esprime le parole di Gesù: ogni volta che avete fatto queste cose uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me, ogni volta che avreste lavorato per la pace e la giustizia per i miei fratelli e sorelle che hanno fame sete senza casa prigionieri che sono in guerra a me l’avete fatto’.

Perché tutti quelli che soffrono dappertutto nel mondo intero e oggi a Gaza e Rafah e in tutta questa guerra sono i miei fratelli e sorelle. La striscia di Gaza è un territorio di quasi 380 km quadrati e con 2  milioni e mezzo di abitanti, ci sono varie città e villaggi. Gaza è la principale, tutte sono state distrutte, l’ultima città Rafah sulla frontiera con l’Egitto con una accumulazione di 1 milione e mezzo di abitanti profughi e abitanti della città e stiamo sul punto di vedere l’ultimo massacro.

La causa immediata di questa guerra fu l’attacco di Hamas contro gli insediamenti israeliani attorno a Gaza. Fu una sorpresa militare, fu un massacro. Israele ha risposto con la guerra che non finisce mai e che non è più una guerra ma un massacro di tutti: combattenti e civili.

La causa immediata di questa guerra è dunque l’attacco del 7 ottobre ma la causa alla radice è l’assedio assoluto imposto da Israele su Gaza fin dall’anno 2007, da quando il partito politico Hamas aveva preso il potere a Gaza, tutta la striscia e 2 milioni e mezzo di abitanti sono rimasti da quest’anno fino oggi sotto assedio soffocati in una grande prigione a cielo aperto.

Una situazione che preparava alla vendetta, ma l’ultima causa di tutte le guerre su Gaza, perché ce ne sono state e di questa ultima guerra, è il conflitto tra Israele e il popolo palestinese, guerra cominciata dal 1948 è mai finita con un vero trattato di pace.

E’ rimasta dunque una situazione di guerra con dura vita per i palestinesi privati dalla loro Libertà. Dunque una situazione generale di conflitto di ostilità e di morte e oggi bisogna cambiare questa situazione di morte e di guerra. Bisogna guarire questa realtà, bisogna trovare la pace definitiva per le due parti, come palestinesi e israeliani: sono esseri umani creati amati da Dio. Palestinesi e israeliani sono tutti creati da Dio, capaci di amare e per amare non per uccidere, palestinesi e israeliani hanno diritti uguali alla vita alla libertà, alla sicurezza, ad avere lo Stato indipendente. Palestinesi, israeliani sono tutti capaci di umanità, di amore e possono vivere insieme in pace e giustizia per questo bisogna un cambiamento nella visione di Israele perché Israele dice oggi no all’esistenza dei palestinesi e no a uno stato palestinese. Israele deve rivedere la sua posizione deve avere amici che lo aiutino a fare la pace e non la guerra. I palestinesi sono nella loro terra, le loro città e villaggi hanno i diritti di ogni popolo umano: rimanere a casa semplicemente liberi indipendenti.

Israele in uno Stato indipendente e sicuro e palestinesi in uno Stato indipendente e sicuro e questo è possibile.

È vero che le guerre sono tante nella storia umana, ma Dio ha creato tutti i popoli capaci anche di vita e di pace e la nostra Terra Santa. Terra della redenzione del mondo, terra della Risurrezione e del Trionfo sulla morte è chiamata a essere terra di vita e di risurrezione e di trionfo sulla morte e sulla guerra.

Per questo i forti, i poteri mondiali coi loro piani di politica globale per la regione qui, devono anche loro rivedere i loro piani alla luce dei principi elementari dell’umanità. Il popolo palestinese non può e non deve essere la vittima per i più forti. I forti, gli armati, coloro che ammazzano devono essere aiutati a rivedere le loro visioni e posizioni anche loro con le loro armi sono capaci di vita di amore non di guerra di morte: è una conversione da fare sembra difficile noi palestinesi credenti in Dio cristiani continuiamo a sperare in Dio creatore e padre di tutti.

Un giorno, Dio Padre dirà la sua parola di pace e di giustizia e tutti i forti e i deboli si incontreranno nelle vie della vita. Voi cristiani, italiani, veneti siate umani, fratelli e sorelle con Gesù, di tutti coloro che soffrono questa guerra cercate la verità, fatela conoscere specialmente a chi può influire su coloro che fanno la guerra qui, o coloro che appoggiano la guerra lì da voi. Agire dunque per la giustizia, la pace e per la vita, agire con tutti i mezzi umani e agire con Dio, pregare. Questa terra nostra è di Dio e del verbo incarnato morto e risorto. Questa nostra terra ha bisogno di Dio, che abbia pietà, che mandi il suo spirito a rinnovare la faccia della nostra terra e a rinnovare i cuori dei responsabili e dei capi del mondo coinvolti nella nostra morte e vita.

Fratelli e sorelle, veneti grazie a voi tutti rimanete figli e figlie della verità della Pace della Giustizia e costruttori con noi della nostra pace qui nella nostra e vostra Terra Santa.

Grazie.

Don Nandino Capovilla di Pax Christi

Don Nandino Capovilla

La domanda che si pone Don Nandino è:  e noi cosa facciamo adesso? Come usciamo da questa sala?

Don Nandino riceve dall’anziano Patriarca una mail con la sua preghiera ogni mattina. Lo fa dall’inizio di quest’ultima guerra. Una preghiera scritta da lui, che inizia indicando il giorno di guerra e poi apre il suo cuore. Ebbene Don Nardino diffonde queste preghiere, sono disponibili a tutti, vengono usate negli incontri di preghiera. Così con l’aiuto di alcuni ragazzi/e distribuisce a tutti i presenti una copia, una diversa dall’altra, di alcune di queste preghiere che vengono poi lette in modo individuale.

Don Nandino sottolinea che non basta dire siamo andati a una bella serata e che ci siamo dette delle cose forti, ma bisogna anche capire: ‘Domani mattina se a qualcuno di voi capita di dire di aver visto un documentario sulla terra santa comincerà da quel momento lì a dire: si abbiamo parlato di terra santa ma non solo di terra santa, abbiamo parlato della Palestina‘.

Eccellenza Corrado Pizziolo Vescovo della Diocesi di Vittorio Veneto

Monsignor Corrado Pizziolo

Sua eccellenza monsignor Corrado, Vescovo della Diocesi di Vittorio Veneto, nel commentare il docu-film e i due interventi, specie quello del Patriarca, si è soffermato sulla situazione drammatica della Palestina. Dagli interventi ha colto l’appello alla speranza espresso dal regista ma anche dal Patriarca il quale dimostrava che tutti due i popoli devono trovare sentimenti di pace, non di odio, ma di conversione, di cammino, convinto che sia proprio questa l’unica strada possibile.

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